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I Documenti di Al-Azhar
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I Documenti di Al-Azhar

 

I Documenti di Al-Azhar

 

 

 

1- Documento di futuro dell’Eggitto.

2- Dichiarazione in sostegno della volontà dei popoli arabi.

3- Dichiarazione  sull’odinamento delle libertà fondamentali.

4- Dichiarazione su completare gli obiettivi della rivoluzione egiziana.

5- Dichiarazione  sulla Gerusalemme (Al-Quds Al-Sharif)

 

 

 

 

Introduzione dei documenti

Dopo la lode ad Allah e la preghiera e la pace sul messaggero di Allah:

Al-Azhar Al-sharif è la piattaforma della guida nazionale d'Egitto nel corso della storia, è anche la coscienza della nazione islamica dove  sente i suoi dolori, esprime le sue aspirazioni e difende i suoi diritti. Al-Azhar è il faro della cultura araba e islamica con il suo ricco patrimonio antico e la sua luminosità moderata originale: a livello locale, regionale e internazionale.                                                                                                

Sulla base di tutte queste considerazioni; Al-Azhar ha invitato al dialogo culturale tra la nazione islamica e tutte le nazioni del mondo al fine di scambiare il beneficio, realizzare gli interessi supremi umani e raggiungere la conoscenza tra le nazioni, perchè Allah l'Altissimo dice nel sacro corano in Sura Al-Hujurât : { O uomini, vi abbiamo creato da un maschio e una femmina e abbiamo fatto di voi popoli e tribù, affinché vi conosceste a vicenda. Presso Allah, il più nobile di voi è colui che più Lo teme .In verità Allah è sapiente, ben informato}. Ma nello stesso tempo,  Al-Azhar rifiuta qualsiasi cosa  offende la nazione islamica o il suo diritto qualunque sia la sua fonte. Al-Azhar sta lavorando seriamente per correggere le pratiche distruttive attraverso il dialogo con le diverse parti.                                                                                                                 

Perciò, Al-Azhar ha messo tutti i precedenti patti del dialogo tra esso ed alcuni comitati nella posizione della revisione e correzione  alla luce di questi criteri. Al-Azhar ha avviato nella sua nuova epoca a modificare la sua visione del dialogo, le sue parti, le sue condizioni ed i suoi principi. All'inizio, AL-Azhar ha concentrato sul dialogo Al-azharito in tutte le sue dimensioni : il dialogo egiziano-egiziano, il dialogo arabo-arabo ed il dialogo islamico-islamico.  Dopo che  il dialogo era solo una forma imposta dai criteri e  circostanze esterne, ora è diventato un'iniziativa  nelle mani di Al-Azhar  stesso in cui  il dialogo dipende dal contesto dialogico costante basato sul Corano, la Sunna del Profeta ed i contesti di civiltà islamica nel periodo della sua prosperità.                                      

Perchè la scienza è la base del messaggio di Al-Azhar, perciò, due anni fa ha iniziato  a correggere la distrazione che è accaduta  ai materiali scolastici  di Al-Azhar, e ha iniziato nel riforma dei materiali didattici in Azhar, ha creato  una nuova sezione a livello secondario: una sezione privata per gli studi islamici e arabi al fine di abilitare gli studenti per l'ammissione alle facoltà islamiche ed arabe, sulla base di materie di insegnamento che includono la moderazione da cui si sono laureati molti ulema noti  come Shaltot, Maraghi, Deraz, Abd El razek, fino ad Abd El halim, Al-Sharawy ed Al-Ghazali.                                                                   

Tutto questo era prima della rivoluzione del 25 gennaio nel 2011, Poi venne il clima rivoluzionario come assistenza Per ulteriori riforme e sviluppi, si allarga il campo del lavoro ed i ruoli sono diventati  vari, ma tutte queste cose sono per due obiettivi principali: 1- la riforma della Casa Azharita dall'interno, attraverso la riforma dei materiali scolastici generalmente, e questo è l'obiettivo essenziale  per i leader di Al-azhar e per tutti gli egiziani. 2- lo sviluppo del ruolo nazionale e islamico che attende tutti dalla istituzione di   Al-Azhar prestigiosa a livello nazionale, regionale e globale.                                                                                        

Al-Azhar ha ricevuto questo sentimento che lo riflette l'opinione pubblica cordialmente, lasciando il dibattito esistente nelle piazze  in questo tempo e ha invitato un gruppo di intellettuali egiziani che rappresentano la comunità nazionale a incontrare un gruppo degli ulema di Al-azhar al fine di studiare la situazione attuale e di seguire gli sviluppi della rivoluzione e le sue esigenze. loro si  riuniscono sulle origini accettabili da punto di vista religiosa e rispondono alle esigenze della situazione egiziana attuale, e forse diventa un modello da imitare tra le società islamiche.                                                                                            

Questi documenti che li offriamo oggi al lettore arabo sono il risultato degli sforzi pratici e intellettuali comuni e dialoghi profondi che hanno durato per alcuni mesi:                                                                                    

Il primo documento: il documento del sistema principale dello stato che organizza il rapporto tra il sovrano ed i cittadini,  determina i diritti ed i doveri,  organizza la partecipazione popolare democratica nel comando ,dipinge un'immagine dello stato accettabile dalla nostra nazione e dal nostro diritto e realizza le esigenze della nostra epoca.                              

Alla fine delle discussioni e dialoghi intellettuali, tutti erano d'accordo che questo stato è " lo stato nazionale, democratico, costituzionale e moderno". lo stato moderno significa che mantiene la separazione tra le tre autorità: autorità esecutiva, giudiziaria e legislativa. Questo documento è stato rilasciato il 17/7/1432 dell'egira, corrispondente 19/5/2011. Infatti, le diverse classi sociali e politiche hanno accolto questo documento con gioia ed erano ottimiste che i comitati costituzionali adottano questo documento quando mettono la costituzione dello stato.                                                                                  

La seconda dichiarazione: quando AL-Azhar ha visto che la situazione attuale in Egitto in quel periodo ha bisogno di un testo di riferimento da Al-Azhar per contribuire nella protezione delle libertà principali organizzate per gli affari della società libera in cui gli egiziani vogliono vivere, ed i doveri che risultano dalle conseguenze di queste libertà. Perciò, la seconda dichiarazione è stata rilasciata dopo circa due mesi del primo documento al fine di soddisfare le esigenze del clima rivoluzionario in Egitto, dopo il grande successo che ha realizzato il primo documento.                                                                                           

Questo documento include l'origine religiosa e filosofica e costituzionale della libertà di fede, la libertà di ricerca scientifica e la libertà di creatività letteraria e artistica, include anche tutte le cose che proteggono la libertà di opinione ed espressione.                                       

Con la diffusione della primavera araba, la situazione politica in altri paesi arabi come lo Yemen, Libia e Siria è diventata difficile e dura, i paesi arabi si sono associati alle sofferenze di quei popoli a causa della intransigenza delle autorità. Quindi era necessario che Al-Azhar mostri la sua situazione decisiva accanto ai popoli ribelli. Da qui, gli intellettuali e gli ulema si sono incontrati di nuovo per formulare la terza dichiarazione che conferma il sostegno della volontà dei popoli arabi. Al-Azhar ha dichiarato che il sovrano che sparge  il sangue del suo popolo, la sua autorità ed il suo comando diventano illegale, perchè la rivoluzione che lo affronta è una rivoluzione popolare e pacifica, e che rappresenta le aspirazioni dei popoli e non gli interessi esteriori aggressivi contro gli arabi ed i musulmani. Questa dichiarazione è stata rilasciata il 3/12/1432  dell'egira, corrispondente 30/12/2011.                                                       

Quando le discussioni sono diventate difficili e dure tra le forze nazionali egiziane, minacciando una esclusione grave tra le varie forze, e purtroppo la rivoluzione  a causa dell'intervento di alcuni elementi irresponsabili stava per rivolgersi verso la violenza,  e quando è successo questo, Al-Azhar ha rilasciato una dichiarazione importante per completare gli obiettivi della rivoluzione e richiamare il suo spirito pacifico. Ha partecipato in questa dichiarazione con lo sceicco di Al-Azhar: il papa Shenouda: Papa di Alessandria, il primo ministro ed i rappresentanti di tutti i partiti ed i gruppi religiosi ed intellettuali e politici. Questa dichiarazione è stata rilasciata il 17/2/1433 dell'egira, corrispondente  11/1/2012.  Infatti, la conseguenza di questa dichiarazione era buona: la vita è diventata calma e libera da ansie ed il gruppo nazionale ha superato gli ostacoli esistenti, e la lode appartiene ad Allah , Signore dei mondi.                                                                        

La quinta dichiarazione e l'ultima era sulla Gerusalemme (Al-Quds Al-Sharif): quando il nemico ha iniziato ad espandere i suoi attacchi e le sue aggressioni  contro  la città santa e La moschea al-Aqṣā che rappresenta per i musulmani: il primo orientamento (la prima Qibla) e la terza moschea santa, è anche la moschea di cui il profeta ( pace e benedizione su di lui) ascese ai cieli nel Viaggio Notturno (Isra and Mi'raj). Questa dichiarazione conferma che la Gerusalemme è una terra araba da sessanta secoli , e che gli arabi ed i musulmani condannano gli attacchi e le aggressioni contro la citta sacra che rimarrà aperta a tutte le religioni e sotto la sovranità araba e islamica. Il documento ha mostrato che i sionisti stanno rischiando il destino del loro stato ingiusto imposto alla regione con la forza delle armi, a causa delle loro politiche  aggressive contro la città santa. Questa dichiarazione è stata rilasciata il 24/12/1433  dell'egira, corrispondente  20/11/2011.                                                          

Mashyakha di Azhar ha registrato i testi  di quelle dichiarazioni storiche per mantenere il patrimonio della rivoluzione egiziana da un lato, è anche un vantaggio per la generazione che non ha partecipato negli eventi della rivoluzione dall'altro lato. Infatti, questi documenti considerano un vantaggio al lettore arabo che aspira ad una riforma vera stabilisce  i pilastri della società e conserva l'identità culturale e religiosa, e corrisponde con lo spirito diffuso in tutto il mondo e conviene con la nazione del monoteismo nella prima metà del XV secolo AH.                 

{Allah ha il predominio nei Suoi disegni, ma la maggior parte degli uomini non lo sa}.                                                                                          

Redatto nella sede di Al-Azhar  

4 Jumada 1 1433 dell'egira

27 marzo 2012

Ahmed El-Tayyeb      

Lo Shaykh di Al Azhar

I Documenti di Al-Azhar

 

 

1- Documento di futuro dell’Eggitto.

2- Dichiarazione in sostegno della volontà dei popoli arabi.

3- Dichiarazione  sull’ordinamento delle libertà fondamentali.

4- Dichiarazione su completare gli obiettivi della rivoluzione egiziana.

5- Dichiarazione  sulla Gerusalemme (Al-Quds Al-Sharif)

 

Reserved: 1- Documento di futuro dell’Eggitto.
2- Dichiarazione in sostegno della volontà dei popoli arabi.
3- Dichiarazione  sull’ordinamento delle libertà fondamentali.
4- Dichiarazione su completare gli obiettivi della rivoluzione egiziana.
5- Dichiarazione  sulla Gerusalemme (Al-Quds Al-Sharif)

 

1- Dichiarazione di Al-Azhar e di un'elite di intellettuali sul futuro dell'Egitto

 

Con l'iniziativa generosa del Prof. Dr. Ahmed Al-Tayyeb lo sceicco di Al-Azhar; un gruppo di intellettuali egiziani appartenenti ai pensieri  e religioni diversi si è riunito con un gruppo di intellettuali e dei grandi ulema di Al-Azhar Al-sharif  al fine di  discutere e studiare la situazione attuale in Egitto e le questioni più importanti per la società egiziana in questo momento storico importante dopo la rivoluzione del 25 gennaio, e la sua importanza nel guidare il futuro dell'Egitto verso i suoi nobili scopi ed i diritti del suo popolo nella libertà, la dignità, l'uguaglianza e la giustizia sociale.                                                                                                             

Tutti i partecipanti hanno concordato sulla necessità di edificare il futuro della nazione su principi e norme inclusivi che le forze sociali egiziane dovranno discutere per procedere con passo sicuro fino a giungere ad individuare il quadro concettuale che presiede alla struttura della società e al suo retto sviluppo.                                                                                      

Riconoscendo da parte di tutti i partecipanti il ruolo di guida di Al-Azhar nella definizione di un retto pensiero islamico moderato, i partecipanti affermano la sua importanza e il suo carattere di faro alla cui luce è giusto affidarsi per illuminare la natura del rapporto tra lo Stato e la religione e chiarire le basi di una corretta politica ispirata ai principi della sharî’a, che sia radicata nelle esperienze precedenti, nella sua storia culturale intellettuale e culturale, e incentrata sulle dimensioni seguenti:

1- La dimensione giurisprudenziale, con la rivivificazione delle scienze religiose e il loro rinnovamento, secondo i principi della comunità (Ahl al-sunna wa al-jamâ‘a), che coniuga ragione e tradizione e rivela i principi interpretativi rispettosi dei testi della sharî‘a.

 

 

2- La dimensione storica del glorioso ruolo di al Azhar nel guidare il movimento nazionale verso la libertà e l’indipendenza.

3- La dimensione civile per la rinascita delle varie scienze naturali, della letteratura e delle arti in tutta la loro feconda varietà.

4- La dimensione pratica, nella guida della società e nella formazione di opinion leaders nella vita egiziana.

5- La dimensione che riunisce conoscenza e ricerca, rinascita e cultura nella nazione araba e nel mondo islamico.

Nelle loro discussioni, i partecipanti si sono fortemente ispirati allo spirito del patrimonio dei grandi nomi del pensiero, del rinascimento (nahda), del progresso e della riforma del nobile alAzhar, a partire dal gran shaykh Hassan al Attar e il suo discepolo Rifa‘a al Tahtâwî, l’Imam Mohammed Abduh e i suoi discepoli, grandi Imam e ‘ulamâ’ come al-Marâghî, M. Abdallah Drâz, Mustafa Abd al-Râziq, Shaltût e altri grandi shaykh e ‘ulamâ’.

Essi si sono anche ispirati alle opere dei grandi intellettuali egiziani che hanno partecipato allo sviluppo umano e del sapere e hanno contribuito alla formazione di una rinnovata ragione egiziana e araba moderna: filosofi e giuristi, letterati e artisti e ancora specialisti di altre discipline che hanno segnato il pensiero e la coscienza collettiva. I partecipanti si sono confrontati con tutto ciò, basandosi sull’individuazione di denominatori comuni che puntino a realizzare gli elevati obiettivi che elenchiamo di seguito:

Definizione dei principi che presiedono alla comprensione delle relazioni tra l’Islam e lo Stato nell’attuale fase, nel quadro di una strategia consensuale che disegni la moderna forma dello Stato e il regime politico che gli egiziani intendono creare, facendo avanzare la nazione verso il progresso civile e assicurando una transizione democratica che garantisca la giustizia sociale e consenta l’ingresso dell’Egitto nell’era della produzione del sapere e della conoscenza, della pace e della prosperità, nella tutela dei valori spirituali e umani e del patrimonio culturale. Tutto ciò corrisponde alla protezione dei principi islamici radicati nella coscienza della nazione, dei dotti e degli intellettuali, da eventuali mancanze, deformazioni, eccessi e cattive interpretazioni e alla salvaguardia contro strumentalizzazioni da parte di correnti aberranti che utilizzano slogan religiosi, confessionali o ideologici che contrastano con le costanti della nostra nazione e dei suoi comuni denominatori. Essi distraggono la nazione dalla via della moderazione e del giusto mezzo e sono in contraddizione con l’essenza dell’Islam e dei suoi valori di libertà, di uguaglianza, di giustizia, e che ci allontanano dalla via della tolleranza che caratterizza tutte le religioni monoteiste.

Per questo esprimiamo il nostro accordo sui seguenti principi al fine di definire la natura della luminosa autorità dell’Islam. Essa rappresenta un fondamento in molte questioni di carattere generale e trae origine dai testi della sharî‘a, elementi decisivi di stabilità e guida in quanto espressione di una comprensione corretta della religione:

1. Istituzione di uno Stato nazionale costituzionale democratico moderno basato su una Costituzione a beneficio della Comunità, che preveda la separazione tra i poteri dello Stato e le istituzioni giudiziarie e definisca i limiti dell’azione di governo, garantisca dei diritti e dei doveri di tutti gli individui in condizioni di parità e conferisca ai rappresentanti del popolo il potere legislativo, in accordo con il significato autentico dell’Islam. L’Islam infatti non ha conosciuto né nella sua legislazione, né nella sua civiltà né nella sua storia ciò che in altre culture è noto come Stato teocratico, del cui potere l’umanità ha sofferto in alcuni periodi storici. Il popolo deve poter gestire la propria società e scegliere gli strumenti e le istituzioni che realizzano i suoi interessi, a condizione che i principi generali della sharî’a islamica rimangano la fonte essenziale della legislazione e che i seguaci delle altre religioni monoteiste possano ricorrere alle loro leggi religiose per quanto concerne le questioni legate allo statuto personale.

2. Adozione di un sistema democratico basato sul suffragio universale diretto, ciò che rappresenta la formula moderna per realizzare il principio islamico della consultazione (shûrà) islamica e garantisce il pluralismo, l’alternanza pacifica al governo, la definizione delle rispettive competenze, il controllo sul fisco e sui responsabili davanti ai rappresentanti del popolo. Perseguimento del benessere e dell’interesse generale del popolo in tutte le leggi e decisioni. Amministrazione degli affari dello Stato tramite la legge civile – e solo la legge civile. Lotta alla corruzione e incoraggiamento di una circolazione delle informazioni libera e trasparente.

3. Impegno verso le libertà fondamentali di pensiero e di espressione e pieno rispetto dei diritti dell’uomo, della donna e del bambino. Affermazione del principio del pluralismo, del rispetto delle religioni monoteiste e attenzione alla cittadinanza responsabile all’interno della società.

4. Rispetto pieno della cultura della differenza e dell’etica del dialogo. Necessità di evitare l’accusa di miscredenza o tradimento e l’uso strumentale della religione per suscitare la divisione e l’inimicizia tra i cittadini, tanto più che gli atti di incitamento alla divisione settaria e al razzismo rappresentano un crimine contro la patria. Necessità di promuovere il dialogo e il rispetto reciproco tra i cittadini senza distinzione alcuna in termini di diritti e doveri.

5. Impegno a rispettare le convenzioni e le risoluzioni internazionali coerentemente con le tradizioni tolleranti della cultura islamica e araba, in armonia con la lunga esperienza di civiltà maturata dal popolo egiziano nelle diverse epoche e con i modelli di coesistenza pacifica e di perseguimento del bene per tutta l’umanità.

6. Desiderio di preservare la dignità della comunità egiziana e proteggerne l’orgoglio nazionale. Affermazione del totale rispetto e protezione dei luoghi di culto dei seguaci delle tre religioni celesti. Garanzia di praticare liberamente il proprio culto per ogni confessione religiosa senza restrizione alcuna. Rispetto di tutte le forme di culto. Divieto di screditare la cultura del popolo e di distruggerne le tradizioni originarie. Aspirazione a preservare la libertà di espressione artistico-letteraria nel contesto dei nostri valori civili stabiliti.

7. Considerazione dell’insegnamento e della ricerca scientifica e ingresso dell’Egitto nell’era della conoscenza produttrice di progresso civile. Concentrazione degli sforzi per il recupero del ritardo accumulato in questi campi e dispiegamento di tutte le forze della società per combattere l’analfabetismo, mettere a frutto le risorse umane e realizzare grandi progetti futuri.

8. Individuazione delle priorità nella realizzazione del progresso e della giustizia sociale. Lotta all’oppressione e alla corruzione e fine della disoccupazione per liberare le energie innovative della società in ambito economico, nei programmi sociali, culturali e informativi, in quanto priorità rivendicate dal popolo nella fase di attuale rinascita, oltre all’attenzione nei confronti di una effettiva assistenza sanitaria, dovere dello Stato verso tutti i cittadini.

9. Costruzione dei rapporti con i fratelli arabi, con il mondo islamico, con i paesi dell’Africa e il resto del mondo. Sostegno al diritto del popolo palestinese, conservazione dell’indipendenza e della volontà autonoma dell’Egitto, recupero del suo ruolo storico di guida sulla base della cooperazione per il bene comune e per la realizzazione dell’interesse dei popoli nel contesto dell’indipendenza assoluta. Perseguimento comune della promozione umana, della tutela dell’ambiente e di una pace giusta tra le nazioni.

10. Sostegno al progetto di indipendenza per Al-Azhar e ripristino delle prerogative del “Comitato degli ‘ulâmâ’”in quanto alla candidatura ed elezione dello shaykh di al-Azhar. Rinnovamento dei metodi educativi azharisti al fine del recupero del suo primato intellettuale e della sua influenza mondiale.

11. Apprezzamento di Al-Azhar in quanto punto di riferimento nelle questioni che riguardano l’Islam e le sue discipline, la sua tradizione, la sua moderna interpretazione giuridica e intellettuale, fermo restando il diritto di tutti di produrre nuove opinioni purché dotate dei necessari requisiti scientifici e attente all’etica del dialogo, nel rispetto di ciò su cui si è riscontrato l’accordo degli ‘ulâmâ’ della Comunità.                    

Gli ulema di Al-Azhar e gli intellettuali partecipanti in questa dichiarazione invitano tutti i partiti politici egiziani a lavorare seriamente per progredire Egitto in tutti i campi, secondo i principi principali contenuti in questa dichiarazione.                                                                  

 

Redatto nella sede di Al Azhar

17 Rajab 1432  dell'egira

19 giugno 2011

 

Gli Ulema di Al-Azhar                  

                                                  Un'elite di intellettuali

                                           Sheikh Al-Azhar                 

 

 

2- Dichiarazione di Al-Azhar e degli intellettuali in sostegno della volontà dei popoli arabi

Partendo dalla comprensione – da parte dei grandi 'ulama' di Al-Azhar e del gruppo degli intellettuali partecipanti con loro- delle esigenze della storica fase cruciale attraversata dai popoli della comunità araba nella sua lotta per la libertà, la giustizia, la democrazia e la ripresa del suo corso di civiltà; e ispirandosi allo spirito della liberazione nella sharia islamica e nelle leggi giuridiche della legittimità del governo ed il ruolo di queste leggi nella riforma e nella realizzazione delle finalità e degli interessi supremi della comunità; e conformandosi agli atteggiamenti di Al-Azhar Al-Sharif e dei capi del pensiero in Egitto e nel mondo arabo per quanto riguarda il sostegno dei movimenti di liberazione dal severo colonialista  e dall'ingiusto despota; e per credenza da parte di tutti di necessità della svegliatezza della comunità per avere le ragioni della rinascita e del progresso, superare gli inciampi storici, stabilire i diritti dei cittadini nella giustizia sociale su una solida base dei principi della sharia la quale ha imposto la protezione della ragione, della religione, dell'anima, dell'onore e dei soldi e non permettere al governo ingiusto di impedire alla società araba-musulmana di entrare nell'era del perfezionamento civile e del progresso conoscitivo e della realizzazione del benessere economico e della rinascita generale. Partendo da tutto questo, il gruppo che ha redatto il documento di Al-Azhar e ha rappresentato i diversi correnti del pensiero nella società egiziana, ha tenuto alcuni incontri su quanto le rivoluzioni arabe hanno realizzato di proficua interazione e collaborazione tra i diversi correnti. Tale gruppo s' è messo d'accordo su un insieme di principi tratti dal pensiero islamico e di aspirazioni future dei popoli arabi ed è giunto sotto la guida di Al-Azhar Al-Sharif a dichiarare la necessità di rispettare i seguenti patti:

Punto primo:

La legittimità del potere governante dipende religiosamente e costituzionalmente dall'approvazione del popolo e dalla sua scelta libera attraverso elezioni pubbliche svolte con trasparenza democratica. Tali elezioni sono la sostituzione moderna delle tradizioni della saggia bay'a[1] islamica, secondo lo sviluppo dei sistemi del governo e delle sue procedure nello stato moderno e ciò che è stabilito nella consuetudine costituzionale la quale ha distribuito i poteri (legislativo, esecutivo e giudiziario) e ha separato completamente tra di essi e ha predisposto i mezzi del controllo in modo che la comunità sia la fonte di tutti i poteri, e la donatrice della legittimità e la ghermisca se è necessario. Molti governatori sono abituati a rafforzare il loro potere assoluto basando su una comprensione troncata del versetto coranico: {Voi che credete, ubbidite a Dio, al Suo inviato e a quelli di voi che detengono l’autorità} (al-Nisa', 59), tralasciando il suo chiaro contesto nel versetto precedente dove dice l'Altissimo: "Dio vi ordina di restituire i depositi fiduciari a quelli che ne hanno diritto e di giudicare secondo giustizia quando giudicate tra gli uomini" (al-Nisa', 58), il che rende l'inosservanza delle condizioni dell'onestà e della giustizia del governo una giustificazione legittima affinché i popoli chiedano ai loro governatori di operare secondo giustizia e combattere contro l'ingiustizia e il dispotismo. E chi dei nostri giuristi dice che la pazienza nei confronti del governatore tirannico è un obbligo per salvare la comunità dal caos, egli stesso ha autorizzato di destituire l'ingiusto despota se c' è la possibilità e la potenza e se non c' è possibilità di recare danno alla salvezza della comunità e delle sue società.

Punto secondo:

Quando si alza la voce dell'opposizione popolare e della protesta pacifica che è un diritto originario dei popoli per far tornare i governatori alla giusta via, poi i governatori non danno retta all'appello dei loro popoli e non cominciano a fare i rimedi richiesti e insistono a tralasciare i leciti richiesti nazionali che cercano di ottenere la libertà, la giustizia e l'equità, questi oppositori non sono mai considerati ribelli ingiusti (bugha). I ribelli sono descritti giuridicamente di avere la forza, isolarsi dalla comunità, usare le armi contro i loro oppositori. Mentre l'opposizione pacifica è un diritto originario dell'uomo nell'Islam come l'hanno affermato tutti i trattati internazionali. Anzi essa è un dovere dei cittadini per migliorare la loro società e far tornare i loro governatori al giusto. Ed è un dovere dei governatori ascoltare questa opposizione e accettare i suoi richiesti senza imbroglio o ostinazione.

Punto terzo:

Affrontare qualsiasi protesta pacifica con la forza, con la violenza armata e con lo spargimento del sangue dei cittadini pacifici è violazione del patto tra la comunità ed i suoi governatori, la quale annulla la legittimità del governo e fa perdere il suo diritto di continuare concordemente. E quindi se il governo ha continuato all'ingiustizia, all'aggressione e allo spargimento del sangue dei cittadini innocenti per mantenere il potere ingiustamente- e nonostante la volontà del popolo-, questo governo è condannato per crimini che hanno contaminato le sue pagine. Mentre questi popoli oppressi hanno il diritto di destituire questi governatori e metterli sotto il processo e cambiare addirittura tutto il regime. Infatti, violare la sacralità (hurmat) del sangue è la netta linea che separa tra la legittimità del governo e la sua caduta nel peccato e nell'aggressione. In queste condizioni i nostri eserciti – in tutte le nostre patrie- devono impegnarsi ai loro doveri costituzionali di proteggere e difendere le nostre patrie dai pericoli esterni e non diventare strumenti per spaventare i cittadini e spargere il loro sangue all'interno del paese, in quanto "chiunque ucciderà una persona senza che questa ne abbia ucciso un’altra o abbia corrotto la terra, è come se avesse ucciso l’intera umanità, e chiunque avrà dato la vita a una persona sarà come se avesse dato la vita all’intera umanità" (al-Ma'ida, 32).

Punto quarto:

Le forze della rivoluzione, del rinnovamento e della riforma devono essere lontane da qualsiasi cosa conduce allo spargimento di sangue, e devono essere anche lontane dal sostegno e l'aiuto offerto dalle forze esterne, qualunque sia la sua fonte, e qualunque siano le ragioni ed i motivi che li sfruttano le forze esterne per intervenire negli affari del loro paese, e dobbiamo confermare che le forze rivoluzionarie  se non rimangono  lontane da queste cose, saranno ingiuste e fuorilegge sulla legittimità del loro paese.                                                                              

Le forze della rivoluzione e del rinnovamento si devono unire per realizzare il loro sogno nella giustizia e nella libertà, superare i conflitti sociali e settari e religiosi, mantenere l'unità della nazione, rispettare i diritti di cittadinanza e mobilitare tutti i propri sforzi per costruire un futuro basato sull'uguaglianza e giustizia e non sui interessi personali o religiosi. In realtà, le forze rivoluzionarie devono mantenere le istituzioni e le ricchezze del loro paese e stanno attenti per non cadere nella trappola di discordie  e conflitti interni.                                                        

Punto quinto:

Sulla base di questi principi islamici e costituzionali che esprimono l'essenza della consapevolezza culturale; Gli ulema di Al-Azhar ed i leader di pensiero e della cultura  dichiarano il loro sostegno completo per la volontà dei popoli arabi nel rinnovamento e nella riforma, e la società della libertà e la giustizia sociale che è stata vinta  in Tunisia, Egitto e Libia. Nello stesso tempo, gli ulema di Al-Azhar ed i leader di pensiero condanno gli atti di repressione e la violenza che vogliono eliminare la volontà dei popoli arabi nella riforma, ed invitano  la società araba e musulmana a prendere iniziative efficaci e decisive per mantenere il suo successo e confermare il diritto dei popoli nel scegliere i sovrani ed i loro doveri nella riforma dei sovrani al fine di evitare la tirannia, la corruzione e lo sfruttamento.                                                    

La legittimità di qualsiasi autorità è collegata alla volontà del popolo, ed il diritto di opposizione nazionale pacifica è garantito nella legislazione islamica ed uno dei diritti umani in tutte le convenzioni internazionali.   

Punto sesto:

Gli ulema di Al-Azhar ed intellettuali partecipanti invitano i sistemi arabi ed islamici ad avviare a realizzare la riforma politica, sociale e costituzionale volontariamente, ed ad  iniziare i passi della transizione democratica. la rivoluzione dei popoli oppressi accadrà sicuramente ed il sovrano ora non può impedire la libertà all suo popolo. è disonorevole che la regione araba ed alcuni paesi islamici rimangano soggetti all'ingiustizia, l'oppressione e la tirannia ed si attribuisce tutto questo ingiustamente all'Islam e la sua cultura innocente di questa menzogna. Questi paesi devono avviare a prendere le ragioni del rinascimento scientifico, del progresso tecnologico e della produzione di conoscenza e sfruttare le loro energie umane e le loro ricchezze naturali al servizio dei cittadini e per realizzare la felicità per tutta l'umanità.                              

Nessuno dei sostenitori della tirannia può essere lontano dal destino dei ingiusti o può illudere il popolo. l'epoca delle comunicazioni aperte e disponibili a tutti gli uomini, la sovranità dei principi  religiosi e culturali illuminati ed i modelli di sacrificio e di lotta  conosciuti nel mondo arabo, tutte queste cose hanno fatto la libertà come la bandiera alzata e la speranza dei popoli oppressi è diventata una motivazione forte per eliminare l'ingiustizia e  lottare per la libertà. Gli ignoranti di religione, le persone che deformano gli insegnamenti dell'Islam e sostenitori di ingiustizia e la tirannia, devono smettere di fare questa assurdità. {Allah ha il predominio nei Suoi disegni, ma la maggior parte degli uomini non lo sa}. (Sura XII, Yûsuf,21).                                                                            

 

Redatto nella sede di Al Azhar

 3 Dhu al-Hijjah 1432 dell'egira

30 ottobre 2011

 

Ahmed El-Tayyeb     

Lo Shaykh di Al Azhar

 

 

 

 

 

3- Dichiarazione di Al-Azhar e degli intellettuali sull’odinamento delle libertà fondamentali

Gli egiziani e la comunità arabo-islamica, dopo le rivoluzioni della liberazione le quali hanno affrancato le libertà e hanno ravvivato lo spirito della rinascita in tutti gli ambiti, si rivolgono agli ulama della comunità e ai suoi intelletuali affinché definiscano il rapporto tra i principi della nobile sharia islamica e il sistema delle libertà fondamentali sulle quali si accordano i trattati internazionali e dalle quali è scaturita l'esperienza di civiltà del popolo egiziano. Queste libertà sono la libertà di fede, la libertà di ricerca scientifica, la libertà di opinione e di espressione e la libertà di creatività artistico-letteraria, fondate tutte sulla solida base della comprensione delle nobili finalità della sharia, della comprensione dello spirito della legislazione costituzionale moderna e delle esigenze del progresso conoscitivo umano, in modo da rendere la forza spirituale della comunità a titolo di un alimento per la rinascita, uno stimolo per il progresso e una via per l'elevazione materiale e spirituale, in uno sforzo continuo nel quale il discorso religioso illuminato si armonizza con il discorso culturale responsabile e i due elementi si accorderanno in un ordine futuro fruttuoso. In esso trovano la loro unità le finalità e gli obiettivi condivisi.

Su questa base, il gruppo di ulama azhariti e di intellettuali egiziani che hanno redatto il primo documento di Al-Azhar sotto la guida del grande Imam, lo sheikh di Al- Azhar, e che l'hanno fatto seguire con una dichiarazione di sostegno alla mobilitazione dei popoli arabi fratelli per la libertà e la democrazia, hanno discusso tra di loro i principi comuni intellettuali nell'ordinamento delle libertà e dei diritti umani. Sono cosi giunti a stabilire un insieme di principi e norme che regolano queste libertà partendo dalle esigenze del momento storico attuale e salvaguardando la sostanza dell'accordo sociale, tenendo conto del bene comune nella fase di transizione democratica, affinché la nazione possa edificare le proprie istituzioni costituzionali in pace e con successo concesso da Allah l'Altissimo.

Punto primo: La libertà di fede:

La libertà di fede, e il diritto a essa collegato di cittadinanza piena per tutti, basato sull'uguaglianza assoluta nei diritti e nei doveri, è considerata la pietra angolare dell'edificio sociale moderno. Essa è garantita dagli evidenti principi costituzionali e dai testi religiosi dirimenti. Dice infatti l'Onnipotente, sia Egli esaltato e magnificato: "Non c' è costrizione nella religione, la guida si è ben distinta dall'errore" (al-Baqara, 256); "chi vuole credere creda chi non vuole credere non creda» (al-Kahf,29). Ne consegue che qualsiasi forma di costrizione nella religione, persecuzione o discriminazione in suo nome, è condannata come un crimine. Ciascun individuo nella società ha il diritto di abbracciare le idee che preferisce, purché non leda il diritto della società di preservare le fedi celesti. Infatti le tre religioni divine hanno la loro sacralità. Gli individui sono liberi di praticare i propri riti senza però offendere le sensibilità altrui, violare la sacralità delle tre religioni a parole o nei fatti, e senza attentare all’ordine pubblico.

 

Dal momento che la Patria araba è la culla della Rivelazione celeste e la protettrice delle tre religioni divine, essa si è impegnata in modo particolare a salvaguardare il loro carattere sacro, a rispettarne i riti, e a tutelare i diritti dei loro fedeli in libertà, dignità e fratellanza. Dal diritto alla libertà di credenza deriva il riconoscimento della legittimità del pluralismo (ta‘addud), la tutela del diritto alla differenza oltre al dovere di ciascun cittadino di tener conto della sensibilità degli altri e dell’uguaglianza tra di essi, sulla solida base della cittadinanza, della partecipazione e delle pari opportunità nei diritti e nei doveri. Analogamente, dal rispetto della libertà di credenza deriva il rifiuto di tendenze esclusivistiche sempre pronte ad accusare gli altri di miscredenza (takfîr), come anche il rifiuto di atteggiamenti di condanna delle dottrine altrui e dei tentativi di indagare nelle coscienze dei fedeli. Questa posizione trova fondamento negli ordinamenti costituzionali, ma prima ancora nelle norme esplicite e dirimenti formulate dagli ‘ulamâ’ musulmani e stabilite dalla nobile sharî‘a sulla base dell’illustre tradizione profetica [riassunta nell’espressione] «Gli hai aperto il cuore?». L’Imam Shaykh Muhammad Abdu e gli altri imam hanno stabilito, sulla base di questo detto, che «qualora una persona faccia un’affermazione che è miscredenza da cento punti di vista e fede da uno solo, essa dev’essere giudicata per il punto di fede e non è permesso tacciarla di miscredenza». Gli imam che praticavano lo sforzo interpretativo e legislativo hanno dato grande importanza alla ragione nell’Islam, a favore dell’interesse pubblico e secondo le finalità della sharî‘a.

 

Punto secondo: la libertà di ricerca scientifica

La ricerca scientifica seria nelle scienze umane, naturali, matematiche, e via dicendo, stimola il progresso umano ed è un mezzo per scoprire le consuetudini (sunan) dell’universo e conoscere le sue leggi, così da metterle a servizio dell’umanità. La ricerca non può portare frutti, teorici e pratici, se la umma non vi consacra le proprie energie e non mobilita il proprio potenziale in suo favore. I nobili testi coranici incitano a osservare, pensare, dedurre, procedere per analogia e meditare sui fenomeni dell’universo e dell’umanità per scoprirne le consuetudini e le leggi. Essi hanno spianato la strada alla più grande Rinascita scientifica nella storia dell’Oriente. Gli ‘ulamâ’ dell’Islam hanno guidato questa Rinascita scientifica e ne hanno trasmesso la fiamma perché illuminasse il Rinascimento occidentale, com’è noto e dimostrato. Se la riflessione in generale sui saperi e sulle arti è una prescrizione islamica, come affermano i giurisperiti, la ricerca scientifica teorica e sperimentale è lo strumento di questa riflessione. La condizione più importante perché essa possa aver luogo è che gli istituti di ricerca e gli specialisti godano di una libertà accademica totale negli esperimenti, nell’elaborazione di ipotesi e supposizioni e nel metterle alla prova secondo standard scientifici accurati. È diritto di queste istituzioni far uso dell’immaginazione creativa e dell’[insegnamento dell’]esperienza che garantisce il raggiungimento di nuovi risultati, ad arricchimento del sapere umano. In questa indagine gli studiosi sono guidati soltanto dall’etica della scienza, dai suoi metodi e dai suoi principi. I grandi ‘ulamâ’ musulmani come al-Râzî, Ibn al-Haytham, Ibn al-Nafîs, ecc… furono i punti di riferimento del sapere scientifico della loro epoca, pionieri in Oriente e in Occidente per molti secoli. È tempo che la umma arabo-islamica torni a essere competitiva ed entri nell’era della conoscenza. La scienza è diventata la fonte della potenza militare ed economica, la causa del progresso, della crescita e della prosperità; la ricerca scientifica libera è diventata il cuore della Rinascita dell’istruzione, dell’egemonia del pensiero scientifico e della fioritura dei centri di produzione. Ad essa sono riservati fondi importanti, per essa si costituiscono gruppi di lavoro e si propongono grandi progetti, ciò che richiede che alla ricerca scientifica e umanistica venga assicurata la massima copertura. L’Occidente è stato sul punto di acquisire il controllo di tutto il progresso scientifico e di monopolizzare il cammino della scienza, se non fosse intervenuta la rinascita di Giappone, Cina, India e Sud-Est asiatico. Questi Paesi hanno offerto modelli luminosi della capacità dell’Oriente di rompere tale monopolio ed entrare in grande stile nell’era della scienza e del sapere. È tempo che gli egiziani, gli arabi e i musulmani entrino anch’essi nella competizione scientifica e culturale. Possiedono infatti le forze spirituali, fisiche, umane e le altre condizioni necessarie per il progresso, in un mondo che non porta rispetto per i deboli e per quanti restano indietro.

 

Punto terzo: la libertà di opinione e di espressione

La libertà di opinione è la madre di tutte le libertà e si manifesta nell’esprimere liberamente le proprie opinioni con tutti i mezzi di espressione: dalla scrittura, al discorso orale, alla produzione artistica e alla comunicazione digitale. Essa è quell’aspetto delle libertà sociali che oltrepassa il singolo per comprendere altri soggetti, per esempio attraverso la formazione di partiti e associazioni della società civile. Essa inoltre comprende la libertà di stampa, d’informazione radiofonica, televisiva e digitale e la libertà di procurarsi le informazioni necessarie per formarsi un’opinione. Dev’essere garantita dai testi costituzionali perché sia al di sopra delle leggi ordinarie, passibili di cambiamento. La Corte costituzionale in Egitto ha stabilito di ampliare il concetto di libertà di espressione fino a comprendere la critica costruttiva, anche quando questa assuma espressioni forti, e ha dichiarato che «non è lecito che la libertà di espressione negli affari pubblici sia vincolata alla necessità di non oltrepassare i limiti, al contrario in questo campo si richiede tolleranza». Tuttavia è doveroso richiamare l’attenzione sulla necessità di rispettare il credo delle tre religioni divine e i loro riti a motivo della loro importanza per il tessuto nazionale e la sicurezza pubblica. Nessuno ha il diritto di fomentare tensioni settarie (fitan tâ’ifiyya) in nome della libertà di espressione, anche se resta garantito il diritto di praticare lo sforzo interpretativo (ijtihâd), secondo l’opinione scientifica supportata da prove, negli ambiti specializzati e al riparo da tensioni, come si è già detto a proposito della libertà di ricerca scientifica.

 

I presenti dichiarano che la libertà di opinione e di espressione è la manifestazione vera della democrazia e invitano a educare le giovani generazioni alla cultura della libertà, al diritto alla diversità e al rispetto per gli altri. Incitano quanti operano nell’ambito del discorso religioso, culturale e politico all’interno dei mezzi di informazione a tener conto nelle loro pratiche di questa importante dimensione e ad attenersi alla saggezza nella formazione di un’opinione pubblica caratterizzata da tolleranza e ampiezza di vedute, incline al dialogo e contraria al fanatismo. Per realizzare questo obiettivo occorre richiamare le tradizioni culturali del pensiero islamico tollerante. I più grandi campioni dello sforzo interpretativo affermavano: «Il mio parere è un’opinione giusta che potrebbe essere sbagliata, il parere diverso dal mio è un’opinione sbagliata che potrebbe essere giusta». Detto questo, non c’è verso di proteggere la libertà di opinione se non attraverso il confronto tra prova e controprova secondo le prassi del dialogo e le consuetudini di civiltà proprie delle società avanzate.

Punto quarto: la libertà di creatività artistico-letteraria

La creatività si suddivide in creatività scientifica (collegata come detto alla ricerca scientifica) e creatività artistico-letteraria, che trova espressione in diverse generi letterari: poesia lirica e drammatica, narrativa e romanzo, teatro, autobiografia, arti visive e plastiche, arti cinematografiche, televisive e musicali e altre forme recentemente ideate in tutti questi ambiti.

La letteratura e le arti nel loro insieme mirano a far crescere la coscienza della realtà, stimolare l’immaginazione, elevare il senso estetico, educare i sensi umani, ampliare le capacità intellettive e approfondire l’esperienza di vita e di società propria dell’uomo. Talvolta criticano la società richiamando a realtà più elevate e migliori. Tutte questi nobili funzioni conducono all’arricchimento della lingua e della cultura, stimolano l’immaginazione e fanno crescere il pensiero, mentre salvaguardano i valori religiosi supremi e le virtù morali.

La lingua araba si distinse [fin dalle origini] per la sua ricchezza letteraria e la sua celebre eloquenza. La venuta del nobile Corano, culmine inimitabile di eloquenza, ne accrebbe la bellezza e ne mise in risalto il genio. Dal Corano trassero alimento la poesia, la prosa e la riflessione sapienziale (hikma) e a esso si ispirarono poeti e scrittori – di tutte le genti che professavano l’Islam e si esprimevano in arabo. Essi eccelsero in tutte le arti in libertà per lunghi secoli, senza ostacoli. Addirittura, molti degli shaykh e imam che gettarono le basi della cultura arabo-islamica furono essi stessi trasmettitori di poesie e racconti (qisas), in tutte le loro forme. Ad ogni modo, la regola fondamentale che disciplina i limiti della libertà della creatività è la ricettività della società da un lato e la capacità di assumere gli elementi della tradizione e rinnovarli attraverso la creatività letteraria e artistica dall’altro, senza intromissioni esterne finché non si toccano i sentimenti religiosi o i valori morali stabiliti.

La creatività letteraria e artistica continua ad essere uno degli aspetti più importanti per un proficuo ordinamento delle libertà fondamentali e uno dei mezzi più efficaci per mobilitare la consapevolezza sociale e arricchire la coscienza. Il livello di radicamento della retta libertà è indicativo del livello di civiltà raggiunto, poiché la letteratura e le arti sono uno specchio delle società e un’espressione fedele degli elementi stabili e mutevoli che le costituiscono. Esse offrono un’immagine viva delle aspirazioni verso un futuro migliore. E Dio è colui che dona il successo a quanto è buono e giusto.

Ahmad Al-Tayyeb    

Lo Shaykh di al-Azhar

4- La dichiarazione di Al-Azhar Al-Sharif per completare gli obiettivi della rivoluzione egiziana e richiamare il suo spirito

 

Con l'iniziativa nazionale di Al-Azhar Al-Sharif e con l'encomiabile partecipazione del consiglio dei ministri, della chiesa egiziana e dei leader popolari in questo giorno storico, nel primo anniversario della rivoluzione egiziana che ha destato l'ammirazione del mondo con i suoi caratteri impareggiabili, con la sua natura totalmente pacifica, con il suo impegno per quanto riguarda l'accordo nazionale del paese tra tutti i suoi componenti e con il suo ricorso all'arma più recente nella rivoluzione di comunicazione internazionale per raggiungere il suo primo obiettivo rivoluzionario, quale la liberazione dell'Egitto da un'epoca caratterizzata dalla corruzione, dalla debolezza e dall'ingiustizia- in questo giorno tutto l'Egitto torna al luogo che ha fatto fede della nascita della rivoluzione e ha testimoniato i sacrifici dei giovani patrioti che hanno offerto le loro anime come riscatto della patria, alla piazza di "Al Tahrir" la quale è entrata con le sue lettere arabe in tutte le lingue del mondo e ha influenzato con il suo spirito democratico su molti dei popoli d'Oriente e d'Occidente.

Oggi l'Egitto della piazza e del parlamento, l'Egitto dell'esercito e del popolo, l'Egitto del governo e di Al Azhar, l'Egitto islamico-cristiano, l'Egitto della storia e della tradizione, l'Egitto del presente e del futuro, l'Egitto della vera religiosità e delle perfette libertà civili dimostra a tutto il mondo il suo nobile viso rivoluzionario dichiarando questi impegni nazionali:

1- mantenere lo spirito della piazza come era durante i diciotto giorni della rivoluzione, che hanno cambiato il corso della storia egiziana e hanno unito tutti gli egiziani su una parola comune.

2- stipulare un patto nazionale – in nome di tutti i valori precedent- per completare gli obiettivi della rivoluzione del 25 gennaio.

3- la concordia nazionale sulla salvaguardia di tutti i componenti di questa patria, senza prevalenza né esclusione né parzialità.

4- affermare il diritto costituzionale del cittadino civile di avere un processo e un giudice normale e vietare i processi militari nei confronti dei cittadini civili e liberare tutti i prigionieri politici.

5- accelerare i processi per i capi della corruzione senza diminuzione del loro diritto né della giustizia.

6- completare i diritti delle famiglie dei martiri e dei feriti nella cura, nel compenso, nel lavoro e nella tutela generale.

7- continuare a edificare democraticamente le istituzioni dello stato e consegnare il potere ai civili nel suo tempo previsto senza proroga.

8- rispettare i risultati delle libere elezioni e collaborare con tutti i giovani della rivoluzione e con gli esponenti eletti dal popolo a edificare l'Egitto del futuro sotto l'ombra democratica e sulla base della legittimità parlamentare e dell'accordo nazionale.

9- eliminare le tracce dell'ingiustizia e della corruzione e lavorare seriamente per edificare una forte economia egiziana, la quale investe tutte le energie dell'Egitto e realizza la giustizia a tutti gli egiziani.

10- il ritorno del ruolo egiziano nella guida del territorio e il contributo nella politica internazionale con una decisione libera senza dipendenza né parzialità.

11- il ritorno dell'esercito nazionale – il tesoro della patria e il difensore della sua rivoluzione- al suo ruolo nella custodia e nella protezione dei confini dell'Egitto e della sua sicurezza nazionale.

12- liberare le energie del popolo, specialmente dei suoi giovani rivoluzionari che aspirano a edificare la società e lo stato. Combattere contro la povertà, la malattia e l'ignoranza e sviluppare l'Egitto politicamente, economicamente e moralmente affinché sia l'esempio illuminato di tutta la comunità arabo-musulmana.

Allah è il miglior testimone. Egli ci basta ed Egli è il miglior difensore.

Redatto nella sede di Al Azhar

17 Safar 1433 dell'egira

11 gennaio 2012

Ahmed El-Tayyeb

Lo Shaykh di Al Azhar

 

 

 

5- Dichiarazione di Al-Azhar sulla Gerusalemme (Al-Quds Al-Sharif)

 

Nel tempo in cui espandono gli attacchi sionisti contro la città di Gerusalemme ,i luoghi sacri islamici e contro la moschea Al-Aqsa, ed i progetti sionisti  competono a minacciare i punti di riferimento della moschea Al-Aqsa, Al-Azhar Al-Sharif l'orientamento  della scienza islamica ed il difensore delle questioni nazionali ed islamiche della nazione, dichiara:                                                                                           

1- La Gerusalemme è una terra araba da più di sessanta secoli, dove è stata costruita da arabi Gebusei nel IV millennio a.C., cioè prima dell'epoca del padre dei profeti Ibrahim  (pace su di lui)  ventuno secoli fa, e prima della comparsa della religione ebraica che è la legge di Mosè ventisette secoli fa.

2- La legge di Mosè (pace  su di lui) e la sua bibbia sono apparse in Egitto che parlava la lingua geroglifica, prima di conquistare i figli d'Israele la terra di Canaan e prima di formare la lingua ebraica da più di cento anni, quindi non c'è alcuna relazione tra il giudaismo e la Gerusalemme.            

3- poi la presenza ebraica nella città di Gerusalemme non ha superato 415 anni, durante l'era di Davide e Salomone (la pace  su di loro), nel X secolo a.C., e questa presenza ebraica era dopo la fondazione della Gerusalemme araba.                                                                                       

4- La storia di Gerusalemme è piena di invasioni ed invasori , e questa storia conferma sempre che tutti gli invasori hanno voluto sfruttare, occupare ed attribuire la città  a se stessi. Come hanno fatto i Babilonesi, Greci, Romani ed i crociati, poi i sionisti che seguono lo stesso modo  di questi invasori ed ora vogliono sfruttare ed occupare la Gerusalemme ed eliminare la presenza araba in città.                                                              

Gli invasori hanno fatto questo, mentre l'Islam si distingue nella sua confessione in tutte le religioni divine e il suo rispetto di tutti i luoghi santi. l'Islam conferma la santità di Gerusalemme e ha annunciato questo tra i seguaci di altre religioni, la cosa che fa l'autorità araba su Gerusalemme una garanzia per gli interessi di tutti. la Gerusalemme  sotto l'autorità araba è la città di Allah che rimane sempre aperta per tutta la creazione di Allah ed i suoi servi.                                                          

5- L'occupazione di Gerusalemme e cambiamento della sua identità è una violazione dei patti e leggi  internazionali che proibiscono e criminalizzano qualsiasi cambiamento della natura della terra, la popolazione e l'identità nei territori occupati, e quindi, cambiamento dell'identità di Gerusalemme per diventare una terra ebrea  è illegittimo, perchè questo non è  in conformità alle leggi internazionali nè alla realità della storia che conferma che Gerusalemme è una terra araba da sessanta  secoli .                                                                                             

6- Al-Azhar Al-Sharif e tutti i musulmani in Oriente ed Occidente rifiutano  questi progetti sionisti e avvertono l'Entità sionista e la forza che la sostiene, delle conseguenze che minacciano la pace in zona, anzi la pace in tutto il mondo, e ricordano l'Entità sionista che i crociati avevano occupato zone più grandi di quelle occupate dai sionisti, e che la Gerusalemme era sotto la sottomissione dei crociati un periodo più grande di quello dei sionisti, ma nonostante questo, i Crociati avevano lasciato la Gerusalemme. infatti, la storia conferma che l'occupazione e l'aggressione contro i diritti e luoghi sacri devono finire in un giorno dei giorni.                                                                                                               

Al-Azhar conferma che i sionisti che contano sulle forze imperialiste occidentali ingiuste per cambiare l'identità di Gerusalemme e diventare una terra ebraica, infatti, questi sionisti rischiano il futuro degli stessi ebrei e superano le linee rosse della nazione musulmana che sarà in grado di estrarre i suoi diritti perduti se Allah vuole.                                  

la Gerusalemme non è solo una terra occupata,ma è un luogo islamico e cristiano sacro, e la questione di Gerusalemme non è solo una questione nazionale palestinese o questione nazionale araba, ma è una questione islamica. quando i musulmani lottano per liberare la Gerusalemme dall'occupazione sionista, lo scopo di questo è confermazione della santità della Gerusalemme.                                                                                

Al-Azhar invita tutto il mondo a sostenere il giusto nel liberare la Gerusalemme e Palestina, ed invita anche saggi ebrei a prendere la lezione dalla storia che conferma la loro persecuzione.                             

Al-Azhar conferma ancora una volta che cambiamento dell'identità di Gerusalemme per diventare una terra ebrea e l'aggressione sulla moschea Al-Aksa è una linea rossa, e nello stesso tempo è un'introduzione della fine dell'Entità sionista sulla terra di Palestina.       

In passato, Salah Al-Din ha potuto determinare il modo da cui si può liberare la Gerusalemme, quando scrisse al re Riccardo Cuor di Leone e gli disse: "Non pensare che noi possiamo rinunciare alla Gerusalemme, come non possiamo rinunciare ai nostri diritti in Gerusalemme come una nazione musulmana. E Allah non vi darà la forza per costruire una pietra in questa Terra Santa, a condizione che la jihad continua".                       

In realtà, la storia ha confermato le parole di Salah Al-Din. è noto per ogni saggio che la storia sta andando secondo alle costanti divine."Allah ha il predominio nei Suoi disegni, ma la maggior parte degli uomini non lo sa". (Sura XII, Yûsuf,21). " Gli ingiusti vedranno ben presto il destino verso il quale si avviano". (Sura XXVI, Ash-Shu’arâ’, 227).                          

 

Redatto nella sede di Al Azhar

24 Dhu al-Hijjah 1432 dell'egira

20 Novembre 2011

 

Ahmed El-Tayyeb

Lo Shaykh di Al Azhar

 

[1] La bay'a è un giuramento di fedeltà e riconoscimento come capo, consistente nel posar la mano aperta sulla mano aperta di colui cui si giura fedeltà. [Nota del traduttore].

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