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Discorso dell'Imam  Prof. Dr. Ahmed al-Tayyeb  Il Grande Sceicco di al-Azhar e Presidente del Consiglio dei Saggi Musulmani  La conferenza internazionale di al-Azhar a sostegno di Gerusalemme
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Discorso dell'Imam Prof. Dr. Ahmed al-Tayyeb Il Grande Sceicco di al-Azhar e Presidente del Consiglio dei Saggi Musulmani La conferenza internazionale di al-Azhar a sostegno di Gerusalemme

In nome di Allah, il Clemente, il Misericordioso

 

Discorso dell'Imam

Prof. Dr. Ahmed al-Tayyeb

Il Grande Sceicco di al-Azhar e Presidente del Consiglio dei Saggi Musulmani

La conferenza internazionale di al-Azhar a sostegno di Gerusalemme

Il Cairo

Il 17 e 18 gennaio 2018

 

  • Questa conferenza lancia di nuovo l’allarme, favorisce di nuovo la risolutezza sulla necessità di affrontare l'irresponsabilità barbarica sionista del ventunesimo secolo.
  • La mia proposta è che dovremmo dedicare l'anno 2018 alla questione di Gerusalemme, sostenendo spiritualmente e materialmente il popolo di Gerusalemme. La cultura ed i mass media devono svolgere diverse e continue attività, focalizzando l’attenzione su tale questione.
  • Ogni occupazione deve alla fine scomparire, anche se questo ci sembra oggi impossibile, ma il mondo si muove e la fine di ogni oppressore ingiusto è conosciuta.
  • Siamo messaggeri di pace, ma siamo favorevoli alla pace basata sulla giustizia, sul rispetto reciproco e sul rispetto dei diritti che non possono essere acquistati, venduti o negoziati. Una pace, che non conosce l'umiliazione, la sottomissione e la rinuncia ad un piccolo pezzo di terra o ad una parte dei santuari.
  • Purtroppo, i curricula di tutti i livelli nella nostra istruzione sono ancora incapaci di sensibilizzare milioni di giovani tra arabi e musulmani alla questione palestinese in generale e a quella di Gerusalemme in particolare.
  • Quello che ci manca nella nostra istruzione scolastica, manca pure ai nostri mass media arabi e islamici. Parlare di Palestina e di Gerusalemme esce come una breve notizia, oppure sotto forma di un report noioso dei corrispondenti.
  • La decisione ingiusta del presidente americano deve essere contraddetta da un nuovo pensiero islamico e arabo che si concentra sul sottolineare il carattere arabo di Gerusalemme. Questa affermazione dovrebbe anche essere trasformata in una cultura nazionale ed internazionale sostenuta dai numerosi mass-media arabi ed islamici.
  • Un appello alla Umma, ormai nel mirino, di dare attenzione alla sua identità, ai suoi curricula, alla sua unità e alla convivenza comune.

 

In nome di Allah, il Clemente, il Misericordioso

Sia lode ad Allah e pace e benedizioni di Allah sul nostro Profeta Mohamed, sulla sua Famiglia, sui suoi Compagni e sui suoi Seguaci.

Signor Presidente Mahmoud Abbas, Presidente dell'Autorità Palestinese!

Vostra Eccellenza e vostra Eminenza!

Signore e signori!

Onorevole pubblico!

Che la pace e le benedizioni di Allah siano con voi!

Salāmu ʿAlaykum w raḥmatu Allah w barakatu!

 Benvenuti nel vostro secondo paese, l’Egitto, e benvenuti in al-Azhar al-Sharif. Vi ringraziamo per la vostra presenza e la vostra partecipazione a questa conferenza internazionale a sostegno di Gerusalemme e alla Moschea al-Aqsa, la prima delle due direzioni di preghiera, la terza moschea sacra e la destinazione del viaggio notturno del Messaggero di Allah (pace e benedizioni di Allah siano con Lui). Questa conferenza si tiene sotto gli auspici del Presidente della Repubblica Araba d'Egitto, Abdel Fattah al-Sisi, che, insieme a tutto l’Egitto e il popolo egiziano, si occupa della questione palestinese, in particolare dopo le pratiche politiche più recenti ed ingiuste e le irresponsabili decisioni. A lui ed a tutti i leader arabi e musulmani, nonché a tutte le persone oneste del mondo che si occupano della Palestina, del popolo palestinese e dei santuari palestinesi, dedichiamo le nostre preghiere sincere, che Allah gli conceda la forza, la risolutezza e il successo che si piega solo nei confronti della legge e della giustizia per gli oppressi.

Accogliamo con particolare favore il Presidente Mahmoud Abbas, il Presidente dell'Autorità Palestinese, per sostenerlo e augurargli ancora più forza e perseveranza.

Signore e signori!

Già dall'aprile del 1948 del secolo scorso, al-Azhar ci tiene ad organizzare conferenze sul tema della Palestina, della Moschea al-Aqsa e dei santuari cristiani di Gerusalemme. Tra il 1948 e il 1988, si tennero undici conferenze a cui parteciparono grandi studiosi e pensatori musulmani e cristiani provenienti dall’Africa, dall’Europa e dall’Asia. In quelle conferenze, furono presentati studi di alta precisione e di grande profondità, contrassegnati da uno stato d'animo addolorato, a cui nulla fu lasciato, se non i lamenti e la disperazione di un malato che non trovava più un rimedio per la sua malattia.

Tutte quelle conferenze si opponevano all'aggressione sionista contro i santuari dei musulmani e dei cristiani, contro l'occupazione sionista, contro l'incendio e la profanazione della Moschea al-Aqsa attraverso gli scavi sottostanti e attraverso i massacri compiuti nella sua corte, contro il sequestro e la distruzione dei monumenti cristiani, le chiese, i monasteri ed i cimiteri di Gerusalemme, di Tiberiade, di Jaffa e altre.

Oggi, trent'anni dopo l'ultima conferenza convocata da al-Azhar sul tema della Palestina e dei santuari musulmani e cristiani, al-Azhar organizza la dodicesima conferenza. Sebbene la nostra attuale conferenza sia ricca delle menti intelligenti e delle coscienze sveglie provenienti dall'est e dall'ovest, non si aspetta che essa abbia qualche cosa di nuovo da dire e scrivere circa la nostra “questione” e circa le relative dimensioni scientifiche, storiche e politiche. Ma è sufficiente che questa conferenza lanci di nuovo l’allarme, favorisca di nuovo la risolutezza e ristabilisca il consenso degli Arabi, dei musulmani, dei cristiani e di tutte le persone oneste e sensate in tutto il mondo sulla necessità di affrontare l'irresponsabilità barbarica sionista del ventunesimo secolo la quale, purtroppo, è sostenuta dalla politica internazionale. Queste politiche tremano per timore di distrarre un attimo dalle istruzioni dettate dall'entità sionista e dalla sua politica.

Sono, tuttavia, fermamente convinto che ogni occupazione deve alla fine scomparire, anche se questo ci sembra oggi impossibile, ma il mondo si muove e la fine di ogni oppressore ingiusto è conosciuta. Poi si può guardare alla storia dei Romani in Oriente, a quella dei Persiani in Arabia, alle Crociate, che rimasero per due secoli in Palestina. Si può guardare alla storia dei paesi che si vantavano per lungo tempo che nelle loro colonie il sole non tramontava mai. Poi si può anche meditare sul colonialismo europeo, che fu obbligato a lasciare Marocco, Algeria, Tunisia, Egitto, Siria, Iraq, India, Indonesia, Somalia, ecc. Pensate a Sud Africa e alla discriminazione razziale. Chiedete a tutti questi e saprete - di nuovo- che gli oppressori devono alla fine essere sconfitti; e che ogni potere repressivo - come indica ibn Khaldūn - è destinato a decadere. Il nostro poeta arabo aveva ragione quando disse:

 Le notti sono come al solito incinte... e portano delle meraviglie al mondo.    

Questa è una verità universale e una legge divina. Dubitare in ciò significa “disprezzare la scienza, la mente e la nostra capacità di pensare".[1]

Questo fatto è legato ad un altro, che lo precede e gli spiana la strada dinnanzi, vale a dire possedere la forza che può affrontare l'aggressione, la umilia e la costringe a pensare in modo diverso prima di comportarsi in modo sgradevole, irresponsabile, dispotico e arbitrario. Allah sa che, nonostante tutto, siamo messaggeri di pace, ma siamo favorevoli alla pace basata sulla giustizia, sul rispetto reciproco e sul rispetto dei diritti che non possono essere acquistati, venduti o negoziati. Una pace, che non conosce l'umiliazione, la sottomissione e la rinuncia ad un piccolo pezzo di territorio o ad una parte dei santuari. Siamo favorevoli alla pace sostenuta da scienza, istruzione, economia, leadership di mercato, in modo che si possa combattere qualsiasi aggressione contro il proprio paese e il proprio popolo.

Se è il nostro destino in questo momento è che dobbiamo vivere con un nemico straniero che capisce solo il linguaggio della forza, allora, nei confronti di Allah e della storia, non abbiamo scuse per rimanere deboli, sottomessi, cedendo a tutti i beni materiali e immateriali ed a tutti gli elementi del Potere.

Sono convinto del parere che non fu l'entità sionista a sconfiggerci negli anni 1948 e 1967 o nelle altre battaglie, ma che fummo noi a sconfiggere noi stessi, con il nostro calcolo falso, la nostra valutazione sbagliata dei pericoli e il nostro modo negligente di trattare le questioni serie.

Tale frammentazione della Umma, cui manca l’identità e l’obiettivo, non poteva affrontare un’entità che combatteva partendo da un dogma fermo e sotto una bandiera uniforme, nonché sconfiggerlo. Allah, l’Onnipotente, disse:

“Non siate discordi, ché altrimenti vi scoraggereste e verrebbe meno la vostra risolutezza. Invero Allah è con coloro che perseverano". (8:46) 

     

Onorevole pubblico!

Sono sicuro che queste mie parole non portano nulla di nuovo. Ma provengono dal grembo del dolore e del disagio. Il loro impatto non può andare oltre quello dei discorsi che ci siamo abituati ad ascoltare per circa 70 anni dalle personalità rinomate della politica, della scienza, del pensiero e dei mass media. Questo, tuttavia, non ha né cambiato la realtà né rimosso un desiderio di oppressione e di occupazione, né riflesso il sacrificio di sangue, la sofferenza e il dolore subiti nelle carceri. Tutti questi dolori sono stati subiti dal popolo della Palestina, i giovani, le donne ed i bambini. Tuttavia, loro hanno mostrato - e continuano tutt'ora a farlo - una resistenza incredibile e una forte pazienza.

Sì! Lo stesso si può dire sul mio intervento o sulla nostra conferenza di oggi. Ma credo che siamo d’accordo sul fatto che questa conferenza è, in larga misura, diversa dalle precedenti conferenze, perché essa si tiene in circostanze strane che somigliano ad un cielo pieno di nuvole fitte che avvertono inondazioni devastanti. Si avvicina il momento di dividere la regione e frammentarla. L'entità sionista vuole essere il poliziotto dell'intera regione. L'intera regione dovrebbe quindi solo adempiere i suoi ordini, fare proprio il suo punto di vista, ritenuto giusto. Date un'occhiata ai piani elaborati contro la nostra patria dalla costa dell'Oceano Atlantico, alle entrate del Mar Rosso, alla costa orientale del Mediterraneo e la zona di Yemen, Iraq e Siria, capite che la situazione è molto grave e che la ripetizione dei discorsi e dei motti non è più valida nei confronti della pericolosità della cospirazione elaborata per noi. Se dovessimo affrontare quella cospirazione con le stesse strategie usate per sette decenni, saremmo maledetti dalle future generazioni ed i nostri figli si vergognerebbero dei loro padri e dei loro nonni. Mi auguro tanto che questo incontro si traduca in risultati pratici, non tradizionali, in cui si investono le forze e si organizzano gli sforzi, qualunque essi sembrino piccoli o insignificanti. In primo luogo, si dovrebbe focalizzare l’attenzione di nuovo sulla questione palestinese in generale e su Gerusalemme in particolare. Purtroppo, i curricula di tutti i livelli nella nostra istruzione sono ancora incapaci di sensibilizzare milioni di giovani tra arabi e musulmani a questa questione. Quindi non esiste un solo curricula che si dedichi a focalizzare la storia di questa questione e il suo impatto sul futuro dei nostri giovani, in quanto sono loro che riceveranno la bandiera della difesa della Palestina, mentre non ne sanno quasi nulla. Sul lato opposto, per i giovani degli insediamenti ebrei, si creano certi metodi educativi, curricula, poesie e preghiere che formano la loro coscienza aggressiva, accendono il razzismo e alimentano l’odio contro tutti gli arabi ed i musulmani.

Quello che ci manca nella nostra istruzione scolastica, manca pure ai nostri mass media arabi e islamici. Parlare di Palestina e di Gerusalemme esce come una breve notizia, oppure sotto forma di un report noioso dei corrispondenti, allora il suo effetto dura pochi secondi e poi scompare con l’arrivo di una nuova notizia. 

La seconda proposta: la decisione ingiusta del presidente americano, che è stata respinta da più di 128 Stati e da tutti gli Stati che sono amanti della pace, deve essere contraddetta da un nuovo pensiero islamico e arabo che si concentra sul sottolineare il carattere arabo di Gerusalemme e la santità dei santuari islamici e cristiani e la loro appartenenza ai loro proprietari. Questa affermazione dovrebbe anche essere trasformata in una cultura nazionale ed internazionale sostenuta dai numerosi mass-media arabi ed islamici. Questo è il campo in cui siamo stati sconfitti e che viene molto efficacemente utilizzato dal nostro nemico.  Dobbiamo trattare, senza esitazione, la questione di Gerusalemme da un punto di vista religioso, sia islamico sia cristiano. È piuttosto sorprendente che la dimensione religiosa venga emarginata quando si discute della questione palestinese, mentre tutti i documenti dell'entità sionista sono documenti puramente religiosi. Loro non nascondono questi documenti religiosi e non li considerano come qualcosa di vergognoso. Cos'altro ha questa entità di giustificazioni per la sua usurpazione di un paese che non lo conosce, ed i cui padri ed avi non lo conoscevano. Questa entità non ha nient'altro che la continua pubblicazione di testi religiosi e di miti che, a suo parere, giustificano l'aggressione e rendono lecito il sangue, l'onore e le ricchezze del popolo palestinese! Quali prove sono state date anche dal moderno sionismo cristiano, che sostiene questa entità, eccetto falsificate giustificazioni religiose che i Santi Padri, gli studiosi ed i monaci della Chiesa respingono.

La mia proposta, che vorrei presentarvi, è che dovremmo dedicare l'anno 2018 alla questione di Gerusalemme, sostenendo spiritualmente e materialmente il popolo di Gerusalemme. La cultura ed i mass media devono svolgere diverse e continue attività, focalizzando l’attenzione su tale questione. Le organizzazioni ufficiali, come la Lega Araba, l'Organizzazione per la Cooperazione Islamica, le organizzazioni religiose, le Università arabe ed islamiche e le organizzazioni della società civile devono assumere questa responsabilità.

Concludo il mio intervento con un appello alla Umma, ormai nel mirino, di mettere di nuovo la sua fiducia in Allah e in sé stessa e di dare attenzione alla sua identità, ai suoi curricula, alla sua unità e alla convivenza comune. Non dovrebbe dare fiducia alle promesse degli ingiusti che si trovano dietro i mari e sono di nuovo ostili a noi e superano tutte le linee rosse. Allah disse:

"Non cercate il sostegno degli ingiusti: [in tal caso] il Fuoco vi colpirebbe, non avrete alcun alleato contro Allah e non sarete soccorsi”. (11:113)

 

Grazie!

 

Salāmu ʿAlaykum w raḥmatu Allah w barakatu!

 

 

 


[1] Una citazione dal lavoro Ibrahim, padre dei profeti, di al-Aqqad (Allah ha pietà di lui!), a pagina 14, da: Enciclopedia islamica di al-Aqqad, vol. 1, al-Maktaba al-Masriya, Beirut 2015.

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