Thursday, December 23, 2021

La Vergine Maria nel Nobile Corano

     La persona di Maria esercita un certo fascino su tutto il mondo dell’Islam. Nel Corano e nella devozione islamica Maria gode di una venerazione privilegiata. E' l'unica donna nominata nel Corano, mentre nessun altro nome femminile vi appare. Le figure femminili che vi si trovano, come ideale di virtuosa e modesta femminilità, sono evocate sempre in relazione ad un uomo: come per esempio, la moglie del Faraone, la mamma e la sorella di Mosè; ma mai è detto il loro nome. Maria viene citata in 13 sure in 70 versetti. Il Corano dà il suo nome alla sura XIX, Sura di Maria. Maria è menzionata con il suo proprio nome 34 volte nel Corano. Ciò dimostra il livello di devozione che l’Islam attribuisce alla Vergine Maria. 
Natività di Maria:
Maria è stata consacrata a Dio sin da quando era ancora nel ventre di sua madre "Anna"; nel capitolo III, v.35 si legge: "Quando la moglie di Imran disse: "Signore mio, io voto a Te il frutto del mio ventre, sarà libero dal mondo e dato a Te! accetta da me questo dono". Il Corano utilizza il participio muharrara, che viene interpretato dai commentatori con "libero da ogni affare mondano e consacrato totalmente al servizio di Dio". Qui il Corano afferma che il frutto del ventre di Anna è stato votato al Signore dalla madre stessa. 
Avvenuto il parto, la madre, sorpresa e contraddetta, si dimostra profondamente addolorata per aver messo al mondo una bambina, ben sapendo che la bambina, a motivo del suo sesso, non viene accolta a servire nel Tempio. Sempre nel capitolo III, leggiamo: 36 “Quando partorì disse: «Signore mio, ecco, ho partorito una femmina» – Dio sapeva meglio di chiunque chi aveva partorito. «Il maschio non è come la femmina, l’ho chiamata Maria e la metto sotto la Tua protezione, (lei) e anche la sua discendenza, contro Satana lapidato.»”. Il Corano afferma che Maria è stata accolta da Dio e fatta crescere della migliore crescita, come viene precisato nel seguito del racconto: "Il Signore la accolse di accoglienza buona e la fece germogliare di buon germoglio.".
Suo ritiro nel tempio:
Al soggiorno di Maria nel Tempio, il Corano fa due accenni: il primo è nella continuazione della III sura dove si fa riferimento a un sorprendente evento su di lei, quando era ancora una bambina e stava pregando nel tempio: "Zaccaria la prese sotto la propria tutela. Ogni volta che Zaccaria entrava da lei nel tempio, vi trovava del cibo e le diceva: «Maria, da dove ti viene questo cibo?!». E lei rispondeva: «Mi viene da Dio, Dio dona i Suoi beni a chi vuole, senza contare»" (III, Al Imran, 37). Secondo i commentatori il profeta Zaccaria si meravigliava molto perché trovava frutta estiva in inverno e frutta invernale d'estate, o forse più di quanta gliene avessero portata. Il secondo accenno figura nel v.16 del 19 capitolo dove si legge: "Nel libro ricorda Maria, quando si allontanò dalla sua gente in un luogo orientale". Qui si parla di un «ritiro volontario» di Maria, una separazione dalla sua gente per consacrarsi a Dio. «Un luogo orientale», secondo i commentatori, è senza dubbio un’area del Tempio, al quale Maria era stata affidata.
Sempre durante il suo soggiorno nel Tempio, Maria ebbe coscienza, per mezzo degli angeli, della propria posizione di privilegio. Nel versetto 42 del terzo capitolo, il Corano dice: "E quando gli angeli dissero a Maria: "O Maria! In verità Dio t'ha prescelta e t'ha purificata e t'ha eletta su tutte le donne del creato". (III, Al Imran, 42). Secondo questo versetto ella fu "eletta" e "purificata" da Dio stesso. Infatti, l'Islam col testo: "Dio t'ha eletta su tutte le donne del creato" ha riconosciuto da 13 secoli la superiorità di Maria su tutte le donne al mondo!
Annunciazione:
Segue poi l’episodio dell’Annunciazione che viene raccontato in due sure coraniche: la XIX e la III.
La sura di Maria racconta così: "Noi le inviammo il Nostro spirito che le apparve come un uomo perfetto. 18 Disse: «Contro di te io mi rifugio nel Compassionevole, se temi Dio». 19 Rispose: «Io sono l’inviato del tuo Signore, per donarti un bambino puro».
Secondo le tradizioni islamiche, "il Nostro spirito", menzionato nel versetto 17, si riferisce all'arcangelo Gabriele. Infatti l'apparizione dell’angelo Gabriele, accaduta di punto in bianco, e il suo inatteso messaggio provocano, immantinente, una viva reazione in Maria, a causa della sua condizione di giovane, vergine, vissuta quasi sempre estranea al consorzio sociale, in perfetta solitudine. Infatti, alla prospettiva della maternità e all’invito ad assolverne i compiti, Maria oppone subito la sua condizione di vergine; e, con un movimento repentino, quasi istintivo, ribatte: «Ma com'è possibile che io possa avere un bambino, dal momento che nessun uomo mi ha avvicinata, e che non sono una dissoluta?» (19, 20).
All’obbiezione avanzata da Maria, segue pronta e immediata la soluzione; una soluzione perentoria, alla quale non è lecito sottrarsi, perché avvalorata dall'onnipotenza di Dio, al quale non fanno difficoltà le contingenze d’ordine anatomico e fisiologico: Risponde l'angelo a Maria: «Così ha detto il tuo Signore: “Per Me è cosa facile e ne faremo un segno per la gente, misericordia che viene da Noi”. È un ordine già decretato».
La dichiarazione dell'angelo rivela che la concezione di Gesù è un puro mistero dell'onnipotenza di Dio, e della sua misericordia. A Dio nulla è impossibile. Gesù sarà un segno per gli uomini, un atto di clemenza da parte di Dio. 
Il racconto della III sura è più denso di significato, specialmente nella sua prima parte. Così leggiamo: “O Maria, Iddio ti annuncia la buona novella di una parola che viene da Lui, il cui nome sarà il Cristo, Gesù figlio di Maria, eminente in questo mondo e nell’aldilà, tra i più prossimi a Dio. 46 Parlerà agli uomini dalla culla come un adulto, e sarà tra i buoni». 47 «Signore mio,» rispose Maria «come potrò avere un figlio se nessun uomo mi ha toccato?» Rispose l’angelo: «Dio crea ciò che vuole, e quando ha decretato una cosa le dice “Sii” ed essa è." (III. 45-47). 
I due racconti convergono su un dato fondamentale: il concepimento di Gesù è un atto creatore di Dio e avviene, in Maria, senza intaccare la sua verginità. 
Quindi, la maternità verginale di Maria è presentata nel Corano come un dato di fatto; nel capitolo 66, v.12 si legge anche ""E anche Maria figlia di ‘Imran, la quale custodì la sua castità così che Noi soffiammo in lei del Nostro spirito, e credette alle parole del suo Signore, e nei Suoi libri, e fu tra i devoti ". È ribadita anche nel versetto 91 del capitolo 21: "Ricorda colei che custodì la sua verginità. In lei soffiammo del Nostro spirito".
Infatti, quando il Corano parla di Gesù, accompagnato nella maggior parte dei casi dall'espressione "figlio di Maria", indica la sua natività miracolosa e la maternità verginale di Maria. Gesù è il Messia nato da Maria per un atto creativo di Dio, Maria perciò è da venerarsi come la genetrice pura del Messia.
Quanto al parto, sempre nella sura 19, il Corano prosegue: 22 Lo concepì e si allontanò con lui in un luogo remoto. 23 Le doglie la spinsero presso il tronco della palma.". Infatti, l’imminenza del parto fa prorompere Maria in uno sfogo sorprendente dicendo: «Magari fossi morta prima, magari mi avessero già scordato». All’improvviso, una voce misteriosa, la rinfranca e l’invita a cibarsi di saporiti datteri, e a dissetarsi a una sorgente, che Iddio fa scaturire ai suoi piedi: 24 Da laggiù una voce la chiamò: «Non essere triste. Il tuo Signore ha fatto zampillare una fonte ai tuoi piedi. 25 Scuoti verso di te il tronco della palma che farà cadere su di te datteri freschi e maturi. 26 Mangia, bevi e rallegrati". La voce che la chiama è stata attribuita da alcuni commentatori all'angelo e da altri commentatori a Gesù bambino, il quale parla sin dal momento della nascita per consolare sua madre. Al-Tabari, uno dei grandi commentatori del Corano osserva: "la palma non aveva frutti dato che, se li avesse avuti, Maria avrebbe mangiato ben prima di ricevere l'ordine; era inverno, e la presenza dei datteri fuori stagione e tutti di colpo maturi significa che avvenne un miracolo: è infatti nell'ordine delle cose che i datteri siano prima fiore, bacca e frutto acerbo". 
Poi la voce suggerisce a Maria la risposta da dare ai tanto sospettosi parenti e conoscenti: 26 e di’ a chiunque vedrai: “Ho fatto voto di digiuno al Clemente, oggi non parlerò con nessuno”. Ora, dopo la nascita di Gesù, Maria ritorna presso la sua gente a presentarlo. Non essendo al corrente del miracoloso intervento di Dio, si può comprendere la reazione dei parenti e conoscenti di Maria. Il Corano prosegue così: 27 Tornò dalla sua gente portandolo in braccio. «Maria,» le dissero «hai fatto una cosa mostruosa".
E Maria si attiene rigorosamente alla raccomandazione, lasciando così a Dio solo di provvedere alla sua difesa, di fronte alle maligne insinuazioni e alle ingiuste accuse dei suoi concittadini. Maria si limita a indicare, con un cenno tutto candore, il suo Bimbo, come per dire: «Se volete spiegazioni, chiedetele a lui». 29 Lo indicò loro. Chiesero: «Come possiamo parlare con un bambino ancora nella culla?». E il Bimbo, ancora lattante, prende a parlare speditamente: con stupore degli ascoltatori, e a confusione di quanti avevano lanciato il fango contro la purissima sua madre. 30 Ma egli disse: «Io sono il servo di Dio che mi ha dato il libro e mi ha reso profeta 31 e mi ha benedetto ovunque io sia, mi ha raccomandato la preghiera e l’elemosina finché vivrò 32 e mi ha reso dolce con mia madre, non prepotente, non insolente, 33 sia pace su di me il giorno in cui nacqui, il giorno in cui morirò e il giorno in cui sarò risuscitato».
Era una confutazione indiretta; ma non meno convincente. Il fatto di un lattante, che si mette a discorrere, come un adulto, non è cosa d’ogni giorno. Col suo mirabile intervento, Gesù, sbugiardando i falsi accusatori, ha reso giustizia all’innocenza della Vergine Maria. Così la prova della sua reale innocenza è apparsa miracolosamente dal fatto di un bambino neonato che parla. È la solenne testimonianza della sua santità dichiarata da Gesù bambino.
Il Corano presenta Maria anche come modello MATHAL. Leggiamo nel v.12 della sura 66: “Dio propone come esempio ai credenti la moglie di Faraone [.....] 12 E anche Maria figlia di ‘Imran, la quale custodì la sua castità così che Noi soffiammo in lei del Nostro spirito, e credette alle parole del suo Signore, e nei Suoi libri, e fu tra i devoti”. Maria è Modello di fede, postulato essenziale per il musulmano che esprime l’adesione assoluta alla volontà divina e sottomissione al sovrano potere di Dio, dono incondizionato di sé, consegna totale della persona. La posizione che Maria occupa nel Corano le concede un posto speciale nel cuore dei musulmani: a chiunque accoglie con cuore retto e fede sincera il messaggio del Corano, Maria è proposta come modello e esempio. Maria racchiude in sé tutti i sentimenti che il retto musulmano dovrebbe avere: serba nel suo cuore il timore di Dio, l’abbandono, l’umiltà e l’amore della Legge di Dio, segno di una fede compiuta in totale pienezza.
 


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