L'Osservatorio di Al-Azhar per il Contrasto all'Estremismo segue con la massima attenzione le indagini sull'omicidio di Younes al-Boussetaoui, cittadino marocchino immigrato in Italia ed ucciso martedì sera a Voghera a 39 anni da un assessore comunale.
Padre di due figli, Younes soffriva di disturbi psichici, solo tre settimane era stato sottoposto a TSO e spesso pernottava fuori casa, nonostante i tentativi della famiglia di trattenerlo fra le mura domestiche.
L'Osservatorio di Al-Azhar condanna con fermezza il suo omicidio, che fra l'altro ha provocato sentimenti di dolore nei musulmani di tutto il mondo - proprio nei giorni della loro principale Festività religiosa. Nessuno dovrebbe pensare di farsi giustizia da sé, e la legge dovrebbe prevalere in ogni caso.
L'uccisione di Younes al-Boussetaoui ci rammenta altresì la strage di Macerata, perpetrata il 3 febbraio 2018: anche in quella circostanza, l'aggressore era legato ad un particolare partito politico, il che solleva interrogativi e perplessità: politiche e propaganda discriminatori contro gli stranieri - ed in maniera specifica contro i musulmani - andrebbero finalmente riviste e corrette [anche alla luce delle drammatiche conseguenze che possono concorrere a provocare].
L'Osservatorio di Al-Azhar apprezza inoltre la posizione chiaramente assunta, fra gli altri, dal senatore Alan Ferrari, che ha dichiarato: "Siamo di fronte ad un fatto che testimonia la gravità di una situazione, che - continuamente alimentata dalla propaganda - rischia di finire fuori controllo e di farci sconfinare nella barbarie [..] La giustizia fai da te non ha cittadinanza nelle nostre leggi e nella nostra convivenza"; e dall'onorevole Valentina Barzotti, che ha dichiarato: "È inaccettabile che un uomo disarmato possa perdere la vita per un colpo d'arma da fuoco partito in pubblica piazza, come se fossimo nel far West".
L'Osservatorio di Al-Azhar è in solidarietà con le condanne emesse da alcune organizzazioni islamiche in Italia, come l'UCOII - Unione delle Comunità Islamiche d'Italia che ha denunciato l'episodio come "un atto orribile che non va giustificato: [..] chi è bisognoso di cure deve essere seguito, non abbandonato all’addiaccio né fatto oggetto di una reazione omicidiaria - a prescindere dall’aspetto, dal colore della pelle, dalla provenienza”. L'Associazione Islamica Italiana degli Imam e delle Guide Religiose ha a sua volta condannato l'accaduto con decisione: "Davanti al ripetersi di episodi gravissimi [nella gestione dell'ordine pubblico], fino all'omicidio, urge una riflessione profonda per comprenderne le cause e risolverle, per evitare che eventi così gravi si ripetano, e per affermare la fiducia reciproca fra tutti [i membri del consesso civile], per costruire una società coesa e solidale".
Benché di Younes siano state diffuse sui media immagini che lo ritraggono scarmigliato, con vestiti impolverati ed in stato confusionale - anche per rafforzarne l'immagine di ‘pericoloso pregiudicato’ presso l'opinione pubblica - egli era però innanzi tutto un figlio, un fratello, un amorevole padre di famiglia; preferiamo dunque ricordarlo così: dignitoso, sereno e sorridente coi suoi figli - che speriamo possano ricevere il conforto ed il sostegno necessari, serbare l'anima del padre nelle loro preghiere, ed un Giorno riunirsi a lui in letizia, Là dove non v'è pena né ingiustizia.
L'Osservatorio di Al-Azhar presenta le condoglianze più sentite ai famigliari di Younes, chiedendo che vengano prese le misure necessarie per un processo equo.